mercoledì, gennaio 17, 2007

Il silenzio

Il silenzio
a me caro,
non posso lasciarti che quello…
e non confonderlo ti prego
con l’indifferenza,
l’ipocrisia
o la superbia
di tutti
e d’ogni giorno…
A me mancano le parole
Sono mancate sempre
Ma il mio, ti giuro,
mentre mordo la polvere,
è amore.


Carlo Bramanti.

lunedì, gennaio 15, 2007

Potresti amarmi?

Sì, lo so!
L'ho sentito molte volte...
Tu sembri grande!
Quel vestito ti sta benissimo!
Ma a me non importa.
La sola cosa che voglio da te
è che tu mi ami.
No!
Non è per il sesso o altre cose così;
é proprio per l'amore stesso
é per i sentimenti veri,
é per le emozioni più profonde, sai?!
Sì!
Ho anche sentito questo.
Tu sei bella!
Come la tua anima, chiara come una sfera di cristallo,
quella attraverso cui si può vedere.
Oppure
Tu sei un angelo caduto dal cielo!
Ma, ti prego
basta con le sciocchezze!
Potresti innamorarti di me?
Potresti?
Lo so che non dovrei mendicare amore
ma sono stanca di amare tanto ed essere usata.
Questa volta voglio qualcuno che mi ami.
Voglio qualcuno che pensi a me per tutto il giorno
e a cui anch'io manchi.
Sì!
Sto parlando a te lì fuori.
Potresti innamorarti di me?
Non sono brutta ed ho tanto tanto amore da offrire.
Non m'importa delle cose materiali
e neppure dei regali costosi.
Tutto ciò che voglio é qualcuno che mi ami!
Potresti fare questo per me?
Ti prego!

Potresti innamorartiiiiiiiiiiiiiiiii di meeeeeeeeeeeeee?
Potresti?


Leticia Lopez

La paura

La paura

La paura fa saltare.

La paura fa gridare.

La paura fa tremare.

La paura non fa mangiare.

La paura fa impallidire.

La paura fa fuggire.

La paura fa dimagrire.

La paura non fa dormire.

E se è il lupo che fa paura,

la cura,

assicura il dottore,

è vestirsi da cacciatore.

se invece fa paura

la notte scura,

la cura è una puntura:

con dentro un raggio

di sole di maggio.




L. Grossi.

giovedì, dicembre 28, 2006

Per il mio amore...

SE TU MI DIMENTICHI

Voglio che sappia
una cosa.

Tu sai com'è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l'impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se ciò che esiste,
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m'attendono.

Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d'amarti a poco a poco.
Se d'improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
ché già ti avrò dimenticato.

Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi sulla riva
del cuore in cui affondo le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell'ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.

Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinato
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mio,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne nè si oblia,
il mio amore si nutre del tuo amore, amato,
e finché tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscir dalle mie.



Pablo Neruda.






Ti adoro.....

lunedì, dicembre 25, 2006

Solo per te....

Ci sono parole che abbiamo dentro e che a volte una canzone riesce ad esprimere come forse noi non avremmo mai saputo fare....

Io conosco la tua strada,
ogni passo che farai,
le tue ansie chiuse e i vuoti,
sassi che allontanerai
senza mai pensare che
come roccia io ritorno in te…
Io conosco i tuoi respiri,
tutto quello che non vuoi.
Lo sai bene che non vivi,
riconoscerlo non puoi.
E sarebbe come se
questo cielo in flamme
ricadesse in me,
come scena su un attore…

Per amore,
hai mai fatto niente
solo per amore,
hai sfidato il vento e
urlato mai,
diviso il cuore stesso,
pagato e riscommesso,
dietro questa mania
che resta solo mia?

Per amore,
hai mai corso senza fiato
per amore,
perso e ricominciato?
E devi dirlo adesso
quanto di te ci hai messo,

quanto hai creduto tu
in questa bugia.
E sarebbe come se
questo fiume in piena
risalisse a me,
come china al suo pittore.

Per amore,
hai mai speso tutto quanto,
la ragione,
il tuo orgoglio fino al pianto?
Lo sai stasera resto,
non ho nessun pretesto,
soltanto una mania
che resta forte e mia
dentro quest’anima che
strappi via.
E te lo dico adesso,
sincero con me stesso,
quanto mi costa non saperti mia.
E sarebbe come se
tutto questo mare
annegasse in me.



(PER AMORE - A.BOCELLI)

mercoledì, novembre 08, 2006

Quando si può dire di aver imparato la lezione?

Mai... Ripetiamo spesso sussurrando, talora a gran voce, che abbiamo imparato la lezione, che certi errori non li commetteremo più, ma poi cosa succede? C'è sempre un motivo, una ragione, una forza invisibile che ti porta a provare. Provare cosa poi? Qualcosa che sai già cos'è, che sai già come inizia ma soprattutto come finisce. E' incredibile come l'animo umano abbia la capacità di "rigenerarsi", di dimenticare dolori ed errori e di riprodurre un'insana quanto folle voglia di ricominciare. Eppure è bello. Non finirò mai di dirlo e probabilmente non finirò mai di sbagliare. E' bello che si sia sempre capaci di ricominciare, di trovare un pretesto, di gettarsi alle spalle tutto ciò che ci ha fatto male e di credere assurdamente, stupidamente ma anche innocentemente che tutto cambierà. A volte sembra un film che ripete noiosamente le stesse scene, cambiano gli attori, cambia il panorama, ma la trama è pressocchè identica. A volte però tutto ciò intristisce e fa male. Fa male al cuore ed all'animo, fa male alla voglia di crederci ed alle proprie speranze. Poi si ricomincia daccapo. Si ripete che è l'ultimo errore, che dalla prossima volta sarai più attento, che ormai sai come comportarti. Poi per magia la scena si ripropone e ti dimentichi tutto, o per lo meno tutto il male. Ma il confine tra stupidità e coraggio, qual è? Quando finisce la caparbietà ed inizia la stupida ostinazione? Probabilmente non lo saprò mai. Mi spiace per me alle volte, per il mio modo di essere, per il mio non esser capita e per non essere "seguita" come e quanto vorrei. Ma quanto è colpa del mio modo di essere? Se fossi diversa, se fossi meno "forte", vincerei? A volte mi viene da pensare che sia così. La forza o per lo meno la presunta forza, non paga. Paga magari nel lavoro, qualche volta nelle amicizie, ma nell'amore è un freno. Perchè? Perchè sembri invincibile, perchè le persone non si curano di capire cosa c'è oltre quella barriera di solidità che mostri a tutti, perchè pensano che tu non abbia bisogno di troppe attenzioni. Sbagliano. Dannazione se sbagliano. E puntualmente mi ritrovo seduta nel mio cantuccio a tirare le somme di un conto che ormai conosco a memoria. Mi sono voluta estraniare ed ho provato a guardarmi dall'esterno. Niente. Non c'era nulla da guardare, se non una trentenne come tante, che ha sbagliato come tante e che ora deve fare i conti con sè stessa, come tante. Mi ripeto che certe cose non fanno per me, che se non "gira" è perchè ora non deve andare, che probabilmente per me c'è altro e non è qui. Però poi penso che questa frase inizio a ripeterla troppo spesso e temo sia diventata una scusa per giustificare una serie di insuccessi. Poi ci ripenso e mi spiace per come mi sono comportata. Per quanto di me ho dato. Avrei potuto dire, fare e dare decisamente di meno. Ma se non l'avessi fatto? Probabilmente ora non potrei recriminare sull'ennesimo errore. E se invece avessi dato troppo poco? Sono brava a parlare, poi all'atto pratico mi perdo in un bicchiere d'acqua. Allora forse le persone non mi capiscono, non riescono ad intendere cosa voglio, cosa mi farebbe stare bene. Solo io mi conosco e so quanto dei piccoli gesti mi mandino in paradiso. Non sono abituata ad essere considerata e corteggiata ed a volte delle attenzioni magari stupide, mi fanno volare alto. Sebbene ci sia sempre un campanello che mi avverte. Però basta poco, anzi pochissimo. Sapere che qualcuno si preoccupa di uscire con te, di invitarti a cena e di portarti del vino, a qualcuno sembrerà normale e scontato. Per me è una dimostrazione di attenzione fuori dal comune. Peccato che poi questi gesti, assolutamente normali, si scontrino con una realtà ristretta e grigia che ti costringe a ridimensionare il tutto. Il dilemma è come agire, anzi come reagire. Urlando? Non fa per me. Mettendo il muso? Non ne sono capace con chi non mi conosce bene. Mi trincero per l'ennesima volta dietro ad un muro di apparenza che mi fa considerare "quella tosta", "quella che tanto non ti chiede + di tanto"... Che assurda idiozia...

martedì, luglio 18, 2006

Quando la libertà è un impegno...

Probabilmente è una delle prime parole che ci insegnano. Te la ritrovi sui libri di filosofia, di storia e nella letteratura, ti insegnano che la devi difendere sempre, a costo di ogni cosa. Gli eroi più grandi hanno perso la vita nel suo nome.
A volte però mi chiedo cosa sia la libertà. Magari ha un senso per chi è prigioniero, per chi non può esprimere le proprie idee liberamente, ma per chi come me, ha la fortuna di poter fare e dire tutto ciò che vuole, cos'è la libertà?
Da donna libera dovrei saperlo bene, o forse mi appartiene ormai così tanto da confonderla sulla mia pelle e non saperla riconoscere?
Arturo ha sollevato un problema che forse non mi è mai appartenuto: la punizione e la privazione della propria libertà per non aver rispettato delle regole. Ci può stare, mi viene da pensare, poi possiamo discutere del fatto che la punizione sia esagerata, ma è pur vero che se ci sono delle regole è giusto che siano rispettate.
Come sarebbe se tutti potessimo fare ciò che ci passa per la mente e non ci attenessimo ad un minimo di regole? Un macello credo...
Credo che per stare al mondo, iniziando dalla famiglia e finendo al lavoro o le amicizie, sia necessario innanzitutto attenersi a ciò che il gruppo elegge come codice di comportamento, lasciando sempre e comunque che la propria persona non venga soffocata.
Una punizione per non aver rispettato delle regole può starci, il fatto stesso che la cosa ti abbia ferito vuol dire che ha sortito il suo effetto e che probabilmente domani, prima di rifarlo, ci penserai un minuto di più.
Sei e resti comunque un ragazzo libero. Libero ma educato.
Ora mi chiedo: quanto siamo liberi nella nostra vita? Quanto possiamo decidere?
Personalmente sono assolutamente libera, posso fare e decidere tutto e forse troppo nella mia vita e probabilmente tutta questa indipendenza a volte pesa. A volte sarebbe comodo avere qualcuno che sceglie per te, che ti traccia il cammino e ti lasci la possibilità ogni tanto di uscire fuori dal seminato. Ma è anche vero che se sei nata libera e sei abituata a scappare è difficile che qualcuno corra più veloce di te e riesca ad accalappiarti. A meno che non sei tu che decidi di rallentare...

giovedì, luglio 13, 2006

Ma quanti ruoli interpretiamo?

L'estate diventa tutto + semplice e rilassato, si esce praticamente tutte le sere e le dolci ore di sonno sono ormai un ricordo lontano legato alle fredde serate invernali... Dopo un'intera giornata passata a dimenarsi tra il collega ed il cliente che rompe, una doccia veloce, un filo di trucco, il top + corto ed il jeans + attillato che hai e via, si è pronti per la serata... Ci si ritrova in men che non si dica di fronte ad una tavola imbandita mentre un chiacchiericcio sempre più alto fa da colonna sonora alla danza di piatti e di birre che ci si passa l'un l'altro. Siamo tutti più belli in estate, vuoi per via dell'abbronzatura, vuoi perchè i vestiti lasciano sempre meno spazio all'immaginazione o il sole imbiondisce i capelli, ma è come se diventassimo tutti molto più sensuali (eccezion fatta per il brutto o la brutta di turno che non beneficiano neanche di qs cambio stagionale). Siamo tutti, le parole corrono veloci e rimbalzano dalla tavola ad ognuno di noi, sortendo sempre effetti diversi. C'è il mattatore della serata, c'è il simpaticone, l'esaltato, la casinara, la timida e l'eterna triste. Tutti diversi. Il rumore si alza, ognuno tira fuori un argomento e sembra quasi che tutti parlino di cose diverse tra loro senza capirsi, ogni tanto una risata + forte delle altre attira l'attenzione del gruppo e si vuol capire cosa abbia fatto ridere tanto. Ci sono gli sguardi, poi... Ci sono sguardi che ti senti addosso, di quelli che ti si posano quando non stai guardando e ti danno la sgradevole sensazione di essere squadrata, ci sono poi gli sguardi d'intesa, quelli che vorresti ricambiare ma non ne hai il coraggio perchè arrossisci al solo pensiero, è come una scacchiera virtuale sulla quale ognuno di noi si muove alla propria velocità. Mi ritrovo mio malgrado seduta accanto all'esaltato di turno, quello che per raccontare la sua vacanza appena terminata, urla talmente tanto da farsi sentire anche dai pescatori usciti al largo a 10 miglia di distanza... Il mio orecchio sinistro inizia a chiedere pietà e con la scusa di fumare una sigaretta mi alzo e cambio posto. Niente da fare, si sente anche da qui... "Ho sventato una rapina ad una banca"... "Ho conquistato 12 donne in una notte sola"... "Ho salvato un'intera scolaresca che stava affogando"... Il tenore è + o - questo. Ad un certo punto irrompo io affermando che mi avevano dato i poteri da Wonder Woman, ma dato che il rosso del mantello non mi dona e la tutina è troppo attillata e mi fa la pancia, ho preferito rinunciare... Capirà, penso tra me e me, che lo sto prendendo in giro... Niente da fare. Non appena tutti terminano di ridere alla battuta lui ricomincia. Penso anche che avrei potuto indossare un paio di perizoma alle mie orecchie, visto che c'è sempre chi tenta di violentarle parlando a raffica e soprattutto sparando una serie di idiozie alle quali non crederebbe neanche un bambino... Provo ad alienarmi e chiedo alla cameriera di portarmi le pagine gialle per cercare il numero della L.A.V.O. (Lega Anti Vivisezione Orecchie). Ridono tutti. Tranne lui. Si ostina a raccontare... Però mi diverto, è un palcoscenico sul quale ognuno di noi recita un ruolo e l'occhio di bue si posa ora su uno ora sull'altro dando spazio alle nostre interpretazioni. La serata scivola via e torno a casa silenziosa come non mai, vuoi perchè ero stordita dalle troppe chiacchiere e vuoi perchè in fondo al cuore mi chiedevo se l'invisibile regista che manovrava la telecamera, avesse apprezzato le nostre performances...

mercoledì, luglio 12, 2006

Così per iniziare...

Io ci provo... Chi mi dice che poi questo non diventi una sorta di diario personale dove sfogare tutti i miei pensieri? Proverò a buttare giù momenti di vita, impressioni, emozioni e sensazioni, con la speranza di poterle condividere e di trovare riscontro nelle idee altrui.