mercoledì, novembre 08, 2006

Quando si può dire di aver imparato la lezione?

Mai... Ripetiamo spesso sussurrando, talora a gran voce, che abbiamo imparato la lezione, che certi errori non li commetteremo più, ma poi cosa succede? C'è sempre un motivo, una ragione, una forza invisibile che ti porta a provare. Provare cosa poi? Qualcosa che sai già cos'è, che sai già come inizia ma soprattutto come finisce. E' incredibile come l'animo umano abbia la capacità di "rigenerarsi", di dimenticare dolori ed errori e di riprodurre un'insana quanto folle voglia di ricominciare. Eppure è bello. Non finirò mai di dirlo e probabilmente non finirò mai di sbagliare. E' bello che si sia sempre capaci di ricominciare, di trovare un pretesto, di gettarsi alle spalle tutto ciò che ci ha fatto male e di credere assurdamente, stupidamente ma anche innocentemente che tutto cambierà. A volte sembra un film che ripete noiosamente le stesse scene, cambiano gli attori, cambia il panorama, ma la trama è pressocchè identica. A volte però tutto ciò intristisce e fa male. Fa male al cuore ed all'animo, fa male alla voglia di crederci ed alle proprie speranze. Poi si ricomincia daccapo. Si ripete che è l'ultimo errore, che dalla prossima volta sarai più attento, che ormai sai come comportarti. Poi per magia la scena si ripropone e ti dimentichi tutto, o per lo meno tutto il male. Ma il confine tra stupidità e coraggio, qual è? Quando finisce la caparbietà ed inizia la stupida ostinazione? Probabilmente non lo saprò mai. Mi spiace per me alle volte, per il mio modo di essere, per il mio non esser capita e per non essere "seguita" come e quanto vorrei. Ma quanto è colpa del mio modo di essere? Se fossi diversa, se fossi meno "forte", vincerei? A volte mi viene da pensare che sia così. La forza o per lo meno la presunta forza, non paga. Paga magari nel lavoro, qualche volta nelle amicizie, ma nell'amore è un freno. Perchè? Perchè sembri invincibile, perchè le persone non si curano di capire cosa c'è oltre quella barriera di solidità che mostri a tutti, perchè pensano che tu non abbia bisogno di troppe attenzioni. Sbagliano. Dannazione se sbagliano. E puntualmente mi ritrovo seduta nel mio cantuccio a tirare le somme di un conto che ormai conosco a memoria. Mi sono voluta estraniare ed ho provato a guardarmi dall'esterno. Niente. Non c'era nulla da guardare, se non una trentenne come tante, che ha sbagliato come tante e che ora deve fare i conti con sè stessa, come tante. Mi ripeto che certe cose non fanno per me, che se non "gira" è perchè ora non deve andare, che probabilmente per me c'è altro e non è qui. Però poi penso che questa frase inizio a ripeterla troppo spesso e temo sia diventata una scusa per giustificare una serie di insuccessi. Poi ci ripenso e mi spiace per come mi sono comportata. Per quanto di me ho dato. Avrei potuto dire, fare e dare decisamente di meno. Ma se non l'avessi fatto? Probabilmente ora non potrei recriminare sull'ennesimo errore. E se invece avessi dato troppo poco? Sono brava a parlare, poi all'atto pratico mi perdo in un bicchiere d'acqua. Allora forse le persone non mi capiscono, non riescono ad intendere cosa voglio, cosa mi farebbe stare bene. Solo io mi conosco e so quanto dei piccoli gesti mi mandino in paradiso. Non sono abituata ad essere considerata e corteggiata ed a volte delle attenzioni magari stupide, mi fanno volare alto. Sebbene ci sia sempre un campanello che mi avverte. Però basta poco, anzi pochissimo. Sapere che qualcuno si preoccupa di uscire con te, di invitarti a cena e di portarti del vino, a qualcuno sembrerà normale e scontato. Per me è una dimostrazione di attenzione fuori dal comune. Peccato che poi questi gesti, assolutamente normali, si scontrino con una realtà ristretta e grigia che ti costringe a ridimensionare il tutto. Il dilemma è come agire, anzi come reagire. Urlando? Non fa per me. Mettendo il muso? Non ne sono capace con chi non mi conosce bene. Mi trincero per l'ennesima volta dietro ad un muro di apparenza che mi fa considerare "quella tosta", "quella che tanto non ti chiede + di tanto"... Che assurda idiozia...